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STORIA DELLA CHIESA

Nell’anno 1047 il sovrano Enrico III rinnovò alla cattedrale di Padova il diritto di riscuotere le decime dai villaggi che andavano sorgendo nei sobborghi della città. Tra le molte località inserì anche Tencarola, neonato abitato in riva al Bacchiglione sorto in un’area acquitrinosa ricca di fauna ittica, in particolare di tinche da cui il nome del luogo. Lo sviluppo della comunità richiese ben presto la presenza di uno spazio di culto. Una chiesa dedicata all’apostolo Bartolomeo – colui che solleva dalle acque scrive Jacopo da Varazze nella sua Legenda aurea – sorse sul finire del secolo XI. Il 10 luglio 1125 il vescovo Bellino decise di cedere alla giovane abbazia di Praglia la chiesa, in cambio di Brusegana località più prossima alla cattedrale. I monaci da allora, e fino al 1806, l’officiarono e ne garantirono il buon funzionamento. I fedeli, tuttavia, continuarono ad essere battezzati nel duomo cittadino fino al 1375, quando fu consacrata una nuova chiesa dotata di fonte battesimale, ricavato da una vasca romana di marmo greco, verosimilmente recuperata nell’abbandonata area termale. 
A partire dalla metà del XV secolo, con la rinascita dell’abbazia si assiste ad una più attenta cura delle anime. I sacerdoti sono monaci benedettini che s’alternano periodicamente per svolgere le principali mansioni tipiche dei parroci in cura d’anime. La presenza del ponte, dei mulini e dell’approdo di natanti fluviali costituisce una delle caratteristiche del piccolo villaggio che conta solo qualche centinaio di abitanti. Il territorio della parrocchia è unicamente agricolo e punteggiato da case rurali, diverse delle quali proprietà dei monaci pragliesi. Nel corso del XVIII secolo la chiesa viene ammodernata con tre altari in pietra e marmo, mantenendo vivi, accanto al patrono, i culti alla Vergine e a Sant’Antonio che nel frattempo aveva soppiantato il culto più antico per San Benedetto.

La soppressione degli ordini religiosi del 1806 trasferisce la proprietà dell’edificio di culto – che non disponeva di un proprio beneficio essendo incardinata nel patrimonio dell’abbazia – al Demanio dello Stato. Demanio che ne conserverà la titolarità fino ai Patti Lateranensi del 1929. Giusto in quell’anno verrà edificata l’attuale canonica, a scapito di quella antica addossata alla parete settentrionale della chiesa. La crescita demografica indurrà la comunità, prima della fine della seconda guerra mondiale, a fare voto per un nuovo edificio sacro. I lavori inizieranno l’otto dicembre 1950 (Anno Santo) e si concluderanno con l’inaugurazione del 10 luglio 1960. Altre opere seguiranno negli anni successivi, come il nuovo campanile (1966) e il completamento dell’edificio sacro per la sua dedicazione solennizzata il 1° dicembre 1985.

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Tencarola appare nel 1047. La comunità con il patrono S. Bartolomeo ap. è documentata dal 1125, anno in cui il vescovo Bellino la cede all’abbazia di Praglia. I monaci diventano i rettori della chiesa e vi restano fino al 1806. Dal 1806 al 1929 il luogo di culto è del Regio Demanio e ritorna al vescovo di Padova con i Patti Lateranensi. Al primo edificio sacro subentrò nel corso del XIII sec. un nuovo tempio, consacrato e dotato di fonte battesimale nel 1375, demolito nel gennaio 1956 per far posto all’attuale edificio, dedicato nel 1985.

Al 1931 risale la canonica e al 1966 il campanile. Nel 1968 alla parrocchia fu tolta la zona in destra Bacchiglione per costituire la comunità di San Domenico.

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